COS’È NON UNA DI MENO
Il 25 novembre 2016 centinaia di migliaia di persone hanno sfilato per le vie di Roma contro la violenza sulle donne al grido di “Non Una di Meno”. A partire da quella giornata il movimento politico femminista e transfemminista nato in Argentina e riprodottosi poi in tutto il mondo si è affermato anche in Italia. Nei mesi successivi le esperienze riconducibili a Non Una di Meno si sono moltiplicate sui territori e oggi sono circa 60 le città italiane in cui le donne hanno ricominciato ad incontrarsi e discutere della propria condizione sociale e politica. Tra queste, il 22 Febbraio del 2017 una grande assemblea pubblica ha sancito la nascita Non Una di Meno anche ad Alessandria: una rete composta da persone provenienti da storie e percorsi differenti che hanno iniziato a confrontarsi per comprendere e contrastare le forme di violenza e discriminazione presenti in ogni ambito della vita quotidiana, individuale e collettiva.
Il presupposto di partenza di Non Una di Meno è semplice: la violenza sulle donne e sulle soggettività LGBTQIA è sistemica, attraversa tutti gli aspetti della vita quotidiana e ha a che fare con secoli (se non millenni) di dominio maschile, misoginia e patriarcato. I dati della violenza maschile sulle donne sono inquietanti: una donna su tre ha subito violenza fisica, psicologica o sessuale. Ogni anno in Italia si commettono più di 100 femminicidi, una vera e propria guerra alle donne che nella maggior parte dei casi si consuma tra le mura domestiche ad opera di conoscenti, amici, compagni (o ex) e famigliari. Leggere la violenza nella sua dimensione strutturale, tuttavia, significa non fermarsi ai femminicidi e ai casi di cronaca, ma addentrarsi nei meccanismi che regolano le relazioni tra generi nei differenti ambiti della vita, dalla famiglia al lavoro, dalla salute alla formazione. Ogni dimensione sociale porta con sé il suo carico di maschilismo e disuguaglianza e per gettare le basi di una società più giusta occorre in primo luogo individuare i problemi e cercare le strategie per eliminarli.
Le disparità salariali, l’obiezione di coscienza, le molestie sul lavoro, il trattamento riservato alle donne migranti, l’omofobia e la transfobia sono forme di violenza a cui spesso non si guarda. Costituiscono, però, l’ossatura del patriarcato e si fondano sulla riproduzione di rapporti di potere che viviamo senza neanche rendercene conto.
Nel corso del 2017 le realtà di Non Una di Meno presenti sui territori hanno prodotto un enorme lavoro di discussione, indagine e sintesi sviluppatosi all’interno di assemblee nazionali e incontri tematici di ricerca e approfondimento. Al termine di un anno di lavoro, Non Una di Meno ha presentato – in occasione del 25 novembre 2017 – il suo Piano Femminista contro la Violenza Maschile sulle Donne e Violenza di Genere (consultabile e scaricabile nella sezione DOCUMENTI). Un documento complessivo e approfondito che affronta i principali nodi della violenza in ottica trasformativa, cercando e individuando strumenti sociali, istituzionali e politici in grado di invertire la rotta, definire ed eliminare i presupposti culturali delle disuguaglianze tra generi.
LA CASA DELLE DONNE
La grande scommessa che il Piano di Non Una di Meno mette in campo interroga i movimenti femministi presenti sui territori, ma anche le istituzioni locali, i movimenti politici, le associazioni e le/i singole/i cittadine/i che condividono un’idea di società in cui sessismo, patriarcato e violenza non trovino più posto. Nel corso di questi mesi Non Una di Meno Alessandria ha scelto di accogliere questa sfida e si è messa in cammino per informare, discutere e agire contro la violenza di genere. Il cammino non è stato solitario, ma ha incrociato i passi di tante realtà presenti sul territorio e che operano nell’ambito della violenza e della discriminazione con una prospettiva femminista e transfemminista.
Nella primavera del 2018 è stato avviato un percorso di confronto e sensibilizzazione con la cittadinanza, al termine del quale sono state raccolte più di 3000 a sostegno del progetto concreto (consultabile e scaricabile nella sezione DOCUMENTI) di una Casa delle Donne. La grande partecipazione alla giornata dell’8 Marzo in piazza ha consolidato la necessità di aprire un luogo in cui tutte le donne potessero trovare sostegno, consulenza, solidarietà e complicità; un luogo d’incontro, riflessione e iniziativa culturale e politica che avesse come perno del proprio agire il contrasto alla violenza di genere in ogni sua forma e sfaccettatura. Con questi presupposti è stato chiesto a diversi esponenti della Giunta Comunale di Alessandria di mettere a disposizione uno dei molti edifici pubblici dismessi per consentire la nascita della Casa delle Donne. L’ultimo e definitivo “no” da parte dell’Assessora alle Pari Opportunità è arrivato nella seconda metà Maggio e così, il 9 Giugno, Non Una di Meno ha deciso di aprire le porte dell’Ex Asilo Monserrato, una bellissima struttura ex IPAB (quindi in capo alla Regione) chiusa da più di un anno e destinata all’abbandono. Dopo un’estate di eventi pubblici e lavori di ristrutturazione, la Casa delle Donne è stata finalmente inaugurata a Settembre 2018.
I comunicati stampa che seguono raccontano com’è proseguita la storia della Casa
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La Casa delle Donne Transfemminista e Queer offre attività e servizi di varia natura, dagli sportelli con professioniste a iniziative culturali, passando per la biblioteca femminista ai laboratori dedicati a bambine/i e adulte/i. La Casa delle Donne esiste grazie all’impegno quotidiano e volontario di tante e tanti, le attività sono gratuite e tutte e tutti coloro che collaborano con i progetti lo fanno esclusivamente su base volontaristica.