È passato un mese da quando – all’inizio di aprile – la Casa delle Donne ha resistito allo sgombero minacciato dalla Commissaria Barbara Rizzo, dalla Regione Piemonte e dalla giunta comunale; lo sgombero è stato evitato grazie alla presenza di tante e tanti e alla determinazione dimostrata per garantire che questa meravigliosa e unica esperienza potesse continuare ad esistere. Durante le giornate dal 3 al 5 aprile la Casa è stata al centro di un vortice di solidarietà e vicinanza di cui anche noi siamo rimaste stupite. Dai grandi nomi, come Zerocalcare o Porpora Marcasciano, passando per la Casa Internazionale delle Donne e Lucha y Siesta, per arrivare fino alle centinaia di alessandrine e alessandrini che hanno preso parte alle iniziative mettendo la propria faccia e i propri corpi a difesa della Casa.
In quelle stesse giornate abbiamo assistito contemporaneamente all’imbarazzante teatrino della politica istituzionale, che ha giocato al classico “scarica barile” in cui nessuno è responsabile di nulla. Una volta fallito il tentativo di eseguire lo sgombero nel silenzio della notte per poi sventolare il giorno dopo la bandiera della vittoria, la politica istituzionale è andata in tilt e non ha saputo farsi carico della situazione, preferendo invece il silenzio ad una presa di posizione concreta.
In questo mese, mentre la campagna elettorale prosegue, la Casa è stata più viva, rumorosa e attiva che mai, con la riapertura in presenza dello sportello Non sei Sola, la progettazione di luoghi e tempi dedicati alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori, la costruzione di iniziative culturali e politiche con ospiti di grande livello: proprio il 3 di questo mese è stata con noi Veronica Gago, tra le fondatrici del movimento Ni una Menos in Argentina! Sono state centinaia le persone che hanno attraversato quel luogo, chi per offrire la propria disponibilità, chi per chiedere aiuto e chi, semplicemente, per passare qualche ora in luogo sicuro, lontano da discriminazioni, stereotipi e violenza.
Ciò nonostante la Casa delle Donne non è ancora al sicuro: lo spettro dello sgombero resta nell’aria e il silenzio delle ultime settimane non ci fa sentire più tranquille. La campagna elettorale sta entrando nella sua fase più viva e lo sgombero della Casa resta di certo un obiettivo prioritario per quella parte di maggioranza più misogina, sessista e patriarcale.
Siamo più convinte che mai di dover difendere e tutelare questa esperienza da chi vorrebbe spazzarla via, per questo motivo abbiamo deciso di creare, a partire dall’inizio di maggio, un presidio permanente all’interno della Casa, che garantisca che lo spazio sia abitato 24 ore su 24. Saremo alla Casa giorno e notte, pronte a difendere quelle mura e ciò che rappresentano da ogni rischio di sgombero e invitiamo tutte le persone solidali a mettersi in contatto con noi per darci una mano ed essere pronte ad intervenire qualora la polizia si presenti al portone.