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Al Pride con gioia, rabbia, amore e favolosità!

Al Pride con gioia, rabbia, amore e favolosità! nudm al pride 2019 2Il 23 luglio le strade di Alessandria verranno inondate dalla marea festosa e irriverente del Pride. Anche quest’anno, come già nel 2019, la Casa delle Donne e Non una di Meno saranno presenti in piazza con un carro favoloso e indecoroso e con tanta voglia di gridare la nostra esistenza, la nostra rabbia e il nostro desiderio.
Quando a Stonewall, 53 anni fa, trans, gay, lesbiche, bisex – fino  a quel momento emarginatə, invisibilizzatə e perseguitatə – decisero di ribellarsi alla violenza della polizia e della società intorno a loro, lo fecero forse senza avere piena consapevolezza dell’onda che si stava alzando insieme alla loro voci e ai loro corpi. Oggi invece conosciamo la potenza dei Pride, la loro forza trasformatrice e di rottura, la loro capacità di mettere in discussione e ribaltare dogmi, modelli e stereotipi. Ed è per questo che per noi l’appuntamento del 23 luglio è assolutamente imprescindibile.
Le sfilate che ogni anno si susseguono all’inizio dell’estate nelle diverse città italiane e del mondo non sono – e non devono essere – ricorrenze formali in cui chiedere timidamente che le comunità LGBTQI+ possano trovare un proprio posto all’interno della società, ma piuttosto momenti di rivendicazione e lotta in cui affermare che la struttura eteropatriarcale, violenta, misogina, sessista e xenofoba della società in cui viviamo non è compatibile con la pluralità di esistenze che rappresentiamo, e pertanto va cambiata.
Siamo stanchə di assistere al rainbow-washing quotidiano ad opera del sistema di mercato capitalistico, siamo stanchə di vedere la complessità del mondo LGBTQI+ normalizzata e stereotipata dalla pubblicità, vogliamo urlare che esistiamo e che siamo indecorosə, incompatibili e ribelli!
Sentiamo l’esigenza di essere in piazza con un nostro carro perché siamo convinte che il transfemminismo sia la lente giusta per osservare la complessità e la brutalità del mondo in cui viviamo, una lente in grado di creare connessioni tra le vite delle persone transessuali – che ancora troppo spesso non trovano un proprio spazio all’interno di una società che le umilia e le disconosce (pensiamo a Cloe e a tutte le altre soggettività trans, che si sono toltə la vita) – e l’erosione di diritti che le donne e le soggettività gestanti stanno cercando di arginare in primo luogo intorno al tema dell’aborto (ciò che sta accadendo negli USA è addirittura difficile da commentare).
Non è un caso se in Italia coloro che hanno applaudito all’affossamento del DDL ZAN quest’autunno fossero gli stessi che nel 2019 promuovevano il Congresso Mondiale delle Famiglie a Verona, non è un caso se gli attacchi alle donne e quelli alle soggettività LGBTQI+ condividono da sempre una matrice comune, quella dell’intolleranza, impregnata del desiderio di controllare, sottomettere e normalizzare tutto ciò che non si confà al modello dominante, maschile, eterosessuale, bianco e benestante.
Ed è proprio contro la costruzione di un modello dominante, e della conseguente gerarchia di potere che ne deriva, che i Pride devono confliggere. Sì, confliggere, perché è dalla conflittualità che emerge il cambiamento, è la capacità di essere resistenti e non resilienti a consentire la trasformazione che desideriamo.
È quindi con gioia, rabbia, amore e favolosità che invitiamo tuttə ad attraversare il Pride di Alessandria insieme a noi, cercando in piazza il nostro carro e ballando insieme a noi, per non farci ingannare dall’arcobaleno e per ricordarci che la nostra favolosità e la nostra forza sono nella tempesta.

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