Sette anni dopo il primo otto marzo organizzato da Non Una di Meno in città e a sei anni dall’occupazione della Casa delle Donne in Piazzetta Monserrato, ci ritroviamo a scendere nuovamente in piazza per gridare la necessità di uno spazio, di una Casa all’interno della quale riproporre i progetti e i servizi che in questi anni abbiamo costruito. Come molte cittadine e cittadini ci ricordano quotidianamente con parole di solidarietà e sostegno, lo sgombero della Casa delle Donne ha privato la città di un luogo sicuro, di contrasto alla violenza sulle donne e di genere, da cui partire per difendere e conquistare diritti.
Mentre resta aperto il faticoso tavolo con l’istituzione comunale, chiediamo a tutt3 coloro che in questi mesi hanno sostenuto la lotta per uno spazio transfemminista di scendere in piazza con noi per dimostrare quanto la Casa fosse uno spazio fondamentale per tutta la città, e quanto sia importante che ritorni ad esserlo.
In questi mesi abbiamo accettato di sederci al tavolo propostoci dal Comune per arrivare all’assegnazione della Casa a Non una di Meno e lo abbiamo fatto consapevoli dei tempi della burocrazia, dei cavilli e delle operazioni mirate di rallentamento che avremmo incontrato lungo la strada, ma il tempo passa e il nostro desiderio/bisogno di riaprire la Casa cresce di giorno in giorno. Per questo abbiamo deciso che l’otto marzo sarà per noi una tappa del percorso che ci porterà a riaprire la casa entro la primavera, con o senza il sostegno delle istituzioni.
Dopo lo sgombero avremmo potuto arrenderci, invece abbiamo deciso di affrontare questo attacco come una possibilità per rimetterci in gioco, ricostruire i nostri progetti e allargare i nostri orizzonti: oggi sentiamo la necessità di dare maggior risalto alle istanze politiche che emergono dal mondo queer, e per questo motivo lo spazio che riapriremo, da sempre un luogo sicuro per la comunità LGBTQ+, sarà una Casa delle donne e delle persone Queer. Vogliamo portare in piazza le rivendicazioni, le istanze e i progetti che hanno caratterizzato la Casa, e quelle che si aggiungeranno, per questo chiediamo a tutte/i coloro che vorranno dare un contributo alla costruzione della nuova Casa di partecipare insieme a noi al percorso di avvicinamento all’8 marzo.
L’otto marzo grideremo forte la necessità di un luogo in cui ricominciare a tessere una rete di informazione e sostegno legata alla salute sessuale e riproduttiva, vogliamo avere gli strumenti per poter decidere sui nostri corpi e vogliamo la libertà di poterlo fare senza ostacoli e pregiudizi da parte di istituzioni e obiettori. La Casa delle Donne e delle persone Queer ospiterà lo sportello salute, che darà la possibilità di consultare opuscoli e materiali informativi, richiedere informazioni e ascolto, sostegno e accompagnamento alle donne e alle soggettività che vogliono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza e non vogliono farlo da sole.
Saremo in piazza contro le forme di violenza di genere che si danno nel mondo del lavoro, da quelle legate alle differenze salariali e contrattuali a quelle dovute agli abusi di potere e alle molestie sessuali da parte di capi, colleghi, clienti: vogliamo che alla Casa delle Donne, l3 lavorator3 si sentano al sicuro, e che possano trovare sostegno, tutela, ascolto.
Riempiremo le strade con le voci dell3 più giovani: nel corso degli ultimi anni, Non una di Meno ha intrecciato la propria strada con quella dei collettivi studenteschi della città, che hanno contribuito a creare una nuova prospettiva attraverso cui guardare, ad esempio, il mondo della scuola. La violenza del sistema del merito e dell’umiliazione innesca un sistema scolastico sempre più moralista e autoritario, che deve essere decostruito e ricostruito in favore di una scuola che sia davvero per tuttә, che tenga conto delle condizioni materiali e di esistenza delle persone che la vivono, che educhi alle differenze e combatta sessismo e discriminazioni.
La Casa deve rinascere per generare un luogo di scambio, confronto e relazione, in cui immaginare, progettare e costruire modelli sociali basati sul mutualismo, sull’assenza di discriminazione e sulla solidarietà.