In piazza per Patrizia e per tutt3 l3 altr3.
Ieri mattina Patrizia Russo è stata uccisa da suo marito. A poche settimane dal 25 Novembre, giornata contro la violenza di genere e sulle donne, contiamo oltre novanta femminicidi, oltre a innumerevoli molestie, stupri, soprusi. Ancora una volta è successo che una donna è stata assassinata da un uomo che conosceva.
Lo ha potuto fare perché viviamo in una società che lo consente, che plasma e protegge gli uomini violenti, che insegna loro che sui corpi delle donne possono fare ciò che vogliono. Siamo stanchɜ di assistere in prima fila alle morti delle nostre sorellɜ, amichɜ, madri, figliɜ, compagnɜ. Siamo stanchɜ di persone che si dispiacciono a cose fatte, quando sarebbe necessario mettere in campo cambiamenti radicali e impedire che le violenze come questa accadano.
Siamo furiosɜ perché anche in una provincia come la nostra in cui sono presenti due centri antiviolenza, storie come questa sono all’ordine del giorno. Quando il problema è sistemico, altrettanto sistemica e radicale deve essere la soluzione. È inaccettabile che la nostra quotidianità sia costante tragedia, che il Governo guardi altrove, che non ci sia in lontananza neanche l’ombra di un cambiamento che possa decostruire il sistema patriarcale in cui viviamo. Abbiamo bisogno di partire dal basso per gettare le basi di un futuro in cui le donne non muoiono come mosche per mano di uomini violenti: a partire dalle scuole, per finire nelle case, nei posti di lavoro, nelle strade, saremo marea inarrestabile e rumorosa.
Per Patrizia e per tutte le altre, per tuttɜ coloro che non hanno più voce, ci vogliamo vive e libere, e lo vogliamo gridare forte.