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Buono Vesta – Il sostegno alla genitorialità deve essere un diritto, non un privilegio

La notte tra venerdì e sabato, migliaia di famiglie piemontesi con figli tra 0 e 6 anni sono state costrette a partecipare a un’ignobile lotteria, un “click day” degno di un film distopico, per accaparrarsi le briciole di un finanziamento che invece di essere un sostegno reale, è stato un gioco a chi è più veloce.

Come temevamo, l’iniziativa regionale del Bonus Vesta si è rivelata un’operazione propagandistica e profondamente ingiusta, emblema dell’assenza di visione politica della Giunta Cirio.

In un Paese in cui i contributi per le famiglie sono già insufficienti e complicati da ottenere, misure come il Bonus Vesta non fanno che aggravare la situazione. L’attribuzione dei fondi, infatti, non si basa sulle reali necessità, ma premia chi ha a disposizione una connessione veloce, la tecnologia giusta, la dimestichezza per usarla e la possibilità di collegarsi al dispositivo alla mezzanotte di un sabato. Un orario che già basterebbe da solo ad escludere molte famiglie con figli piccoli e piccolissimi e che dimostra un’ignoranza totale delle reali difficoltà quotidiane.

Non ci stupisce che l’ideatore di questa misera iniziativa sia l’Assessore Marrone, già tristemente noto per il finanziamento delle associazioni anti-abortiste, fautore della loro presenza in ospedali e consultori.

Questo è il suo modo di intendere il sostegno alla genitorialità: non con un welfare strutturato e continuativo, ma con un’elemosina elargita come se fosse un atto di carità, mera propaganda portata avanti con i fondi europei, senza alcun criterio di equità. Invece di investire in misure strutturali come l’accesso a nidi gratuiti, il sostegno al lavoro femminile, la sanità e l’istruzione pubblica, preferiscono vendere ai cittadini la speranza di un bonus, consapevoli che la maggioranza rimarrà a mani vuote.

La verità è che all’assessore Marrone, così come a tutta la Giunta Cirio, non interessa davvero sostenere le famiglie e i genitori, ma soltanto esercitare il proprio potere di controllo sui corpi delle donne. Lo hanno dimostrato finanziando e legittimando la presenza delle associazioni anti-abortiste in ospedali e consultori, negando l’autodeterminazione delle donne proprio nella fase della scelta.

Continueremo ad opporci a questo sistema intriso di quella cultura patriarcale che non accetta e non tutela la libertà di scelta, che nega diritti e dignità. Restiamo convinte che il sostegno alla genitorialità sia un diritto e non un privilegio per pochi fortunati e che necessiti di un welfare strutturale e investimenti a lungo termine e non della propaganda che riduce la genitorialità a un terreno di scambio elettorale.

Continueremo ad opporci a questo sistema, convinte che il sostegno alla genitorialità sia un diritto e non un privilegio per pochi fortunati e che necessiti di un welfare strutturale e investimenti a lungo termine.

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