Il DDL Valditara è stato approvato ieri alla Camera dei Deputati e ora passerà al Senato. Il governo, indifferente alle voci di chi lavora davvero sull’educazione e sulla prevenzione della violenza, conferma la sua scelta: piegare la scuola all’ideologia, cancellare l’educazione sessuo-affettiva e subordinare i diritti dei ragazzi e delle ragazze al permesso dei genitori. La scuola dell’infanzia e la primaria, invece, sono completamente escluse: ai più piccoli viene negato ogni percorso di crescita, conoscenza del proprio corpo, rispetto e consapevolezza del consenso.
È una decisione distopica e aberrante, un attacco diretto alla libertà di pensiero e di insegnamento.
Che il deputato leghista Sasso invochi “Dio, patria e famiglia” come bussola per decidere il futuro di intere generazioni è inaccettabile e inquietante. Se questo è il credo di chi governa, siamo di fronte a una politica regressiva, misogina e autoritaria che vuole riaffermare il patriarcato, ridurre gli spazi di libertà e spegnere la possibilità di una società consapevole e libera.
L’educazione sessuo-affettiva è un’arma potentissima contro la violenza, uno strumento chiave per crescere persone emotivamente mature, capaci di riconoscere i limiti propri e altrui, di accettare un “no”, di non oggettivizzare corpi e soggettività, di costruire relazioni rispettose e libere.
Mentre la destra e le associazioni anti-abortiste esultano per questa riaffermazione di modelli fascisti e patriarcali, che minano l’autodeterminazione e la crescita libera dei nostri figli e delle nostre figlie, la nostra rabbia e la nostra determinazione restano solide. Continueremo a lottare e a costruire insieme reti, cultura e momenti di mobilitazione, dentro e fuori le mura della Casa delle Donne TFQ.
Da gennaio, prenderà il via un percorso aperto a tutte e tutti, per affrontare queste tematiche senza compromessi nè filtri, mettere in discussione modelli imposti e condividere strumenti concreti di conoscenza, confronto e azione. Vi invitiamo a partecipare, confrontarvi e unirvi a noi nella costruzione di pratiche collettive di educazione e resistenza.

