Il 17 gennaio alla Casa delle Donne TFQ c’è il primo incontro del progetto educativo 2026 “Crescere senza stereotipi”
Margherita Accornero di Educare alle Differenze inaugura il percorso femminista e transfemminista per insegnanti, educatorə, studentə e bambinə, per prevenire la violenza e costruire relazioni sane.
Il 17 gennaio alle 17.00 si terrà l’incontro introduttivo del progetto “Crescere senza stereotipi”, un percorso educativo ideato dalla Casa delle Donne TFQ e dal Centro Antiviolenza Marielle Franco di Alessandria, che si svilupperà nella prima parte dell’anno e che presenteremo ufficialmente a gennaio in tutte le sue articolazioni.
Coinvolgeremo bambinə, adolescenti, genitori, insegnanti ed educatorə in attività concrete e momenti di riflessione per costruire relazioni rispettose e consapevoli fin dai primi anni di vita.
Un progetto ampio e diffuso, perché la violenza è un fenomeno sistemico e per affrontarla serve agire su più fronti. Si parte dalla decostruzione degli stereotipi, dall’insegnamento del consenso e del diritto di scelta, con l’obiettivo di costruire un nuovo modo di concepire educazione e formazione dal punto di vista femminista e transfemminista.
Per questo, nel primo incontro parliamo proprio con Educare alle Differenze. La rete nazionale lavora da anni per costruire un’educazione inclusiva, prevenire discriminazioni e violenze di genere, promuovere relazioni rispettose e consapevoli. Margherita Accornero, formatrice della rete, introdurrà il progetto condividendo strumenti pratici e consolidati, offrendo spunti utili a insegnanti, educatorə, studentə e genitori, riconoscendo il ruolo di ognuno nella comunità educante.
L’urgenza di affrontare questo tema è chiara e cresce in un contesto politico che ostacola l’educazione sessuo-affettiva: senza educazione non c’è prevenzione della violenza. Il DDL Valditara, approvato dalla Camera, impone il consenso dei genitori e cancella i percorsi per le scuole primarie e dell’infanzia. Il governo di estrema destra che guida il nostro Paese continua a limitare la libertà di autodeterminazione delle donne, delle persone LGBTQIA+ e dei movimenti femministi.
Per questo è fondamentale interrogarci, tutte e tutti, su come, quando e dove parlare di rispetto, consenso, relazioni e autodeterminazione. Diventa sempre più necessario creare spazi dal basso e nei territori, accessibili a tuttə, in cui genitori, educatorə e giovani possano trovare occasioni di confronto, strumenti concreti e linguaggi condivisi. Spazi dove educazione e prevenzione raggiungano anche chi rischia di rimanere esclusə dai percorsi ufficiali e contribuiscano davvero alla costruzione di una cultura di rispetto e autodeterminazione.
Il percorso è realizzato con il contributo della Mediterranean Women’s Fund, che supporta iniziative di associazioni femministe e transfemministe in tutto il Mediterraneo.

